Luciana è la cugina di mia madre, lei è veneziana ed è una persona veramente speciale.
Tempo fa sono stato suo ospite nella sua preziosa Venezia.
Ogni volta che vado in quella città mi rendo conto del dono che l'arte, l'ingegneria e l'operosità di quei popoli hanno lasciato a noi umili spettatori.
Luciana, studiosa della storia dell'arte, mi ha accompagnato in una full immersion di 4 ore su e giù per i ponti utilizzando stradine e scorciatoie strategiche che solo chi abita li conosce a fondo.
Una passeggiata magica da rimanere a bocca aperta, vivendo posti incantati.
Ad un certo punto, cosi improvvisamente, tutto cambiò.
Ci siamo fermati sotto un palazzo principesco, e poi lei ha esclamato:
"Ecco questo palazzo era di mio nonno".
Conosco in parte la storia della vita di Luciana, tanto tempo fa aveva tirato su insieme al marito una fabbrica di maglieria intima la "San Giorgio".
San Giorgio entrava in diretta concorrenza nella mente delle persone con la "Ragno" e produceva intimo di altissima qualità.
La Sangiorgio maglieria intima ha avuto momenti di gloria enormi quando l'Italia cresceva a due cifre.
Oggi lei possiede case stupende a Murano a Venezia e a Mestre, ma non avevo mai sentito parlare della vita del nonno, né tantomeno di questo palazzo.
Come un Bambino che vuole ascoltare la favola, mi misi davanti a lei ad ascoltare quello che aveva da dirmi.
La storia del nonno di Luciana che ti farà riflettere
Con gli occhi rassegnati e nostalgici, Luciana comincia la sua storia cosi:
Mio Nonno era uno dei più grandi commercianti di Venezia, aveva mercati in tutto il mediterraneo orientale e i suoi velieri carichi di stoffe e di merce pregiata navigavano giornalmente verso i porti dell'Istria, della Dalmazia e delle isole greche.
Come si dice in gergo, gli affari gli andavano a gonfie vele e la sua posizione economica e sociale era sempre più alta, i Veneziani avevano nel tempo conquistato e colonizzato tutto il mediterraneo e questo li rendeva forti in quei mercati.
Repubbliche di Venezia furono anche i principali mercati dove avvenivano scambi economici.
Erano i tempi delle Lire Venete e dei Marengo, monete da 20 lire coniate verso la metà dell'1800.
Gli occhi però mi andavano a quel palazzo veneziano a due passi dal ponte di Rialto enorme e signorile, già mi immaginavo dentro a godermi le stanze con gli affreschi di Lattanzio Querena e di Luigi Nono.
Le feste e i ricevimenti le musiche e le magiche maschere del carnevale.
Giusto per darti un'idea quel palazzo è costituito da 94 stanze e per manutenerlo il nonno di Luciana aveva assunto una servitù che contava 56 addetti.
Il Nonno di Luciana possedeva venti velieri, ma evidentemente non si rendeva conto di quanto a rischio fosse la sua attività.
In quel preciso momento ho pensato, già i velieri sono come le bisarche, a soli due membri di equipaggio Il pilota e il suo vice, affidiamo merce preziosissima.
Il problema vero di quel business era identico al tuo e al mio, "le navi cariche contenevano merce di altissimo valore, proprio come le nostre bisarche".
Rischiava la sua azienda per ogni singola ora di navigazione, e questo era aggrava dal fatto che a qui tempi non esistevano compagnie di assicurazione, che coprivano i danni da catastrofi furti o incendi.
Il business era una vera roulette russa, perchè le navi potevano essere prima assalite dai pirati, derubate e poi affondate.
I Pirati e il Galeone sono per noi gli incidenti che possono succedere alle bisarche che trasportano le nostre auto.
Quando una nave veniva affondata il costo che si doveva pagare per risarcire i familiari dell'equipaggio e la perdita della merce era pari al valore di tre velieri.
Purtroppo la storia della fine economica del nonno di Luciana è stata proprio questa, i pirati avevano intercettato le rotte dei velieri e il bottino era troppo ghiotto per lasciarselo scappare.
In un solo mese il nonno di Luciana perse sei velieri, dovette vendere tutto per rientrare dalle perdite, che annullarono di fatto tutta la sua flotta e con esso tutte le sue ricchezze.
In soli 40 giorni rimase con un solo veliero.
Già l'ultimo veliero carico di uomini e merce preziosa comprata con le ultime lire che gli rimanevano.
Questa storia è stata per me come prendere un pugno allo stomaco da Mike Tyson.
"Io in quel momento mi sono sentito il Nonno di Luciana", perché quella storia l'avevo vissuta sulla mia pelle.
In un momento tragico della mia vita commerciale, una bisarca carica delle mie auto passò sotto il ponte del Passo Scarparo decapitandone 4.
La storia dopo duecento anni ancora si ripete.
Il nonno di Luciana era proprio come me, io prima di aver progettato il sistema cattura clienti auto, ero costretto a svuotare il fido bancario per comprare le auto da un centro usato e mettevo tutto su una sola bisarca per risparmiare sul trasporto.
Luciana, non curante del mio stato d'animo, vedendomi stranamente e visibilmente emozionato e credendo che la storia mi avesse veramente incuriosito, continua il suo racconto e mi dà il colpo di grazia.
Mio nonno era sul molo quando salpò l'ultimo veliero per andare incontro all'ignoto.
Era li ad assistere alla sua Waterloo, guardando l'ultimo veliero che si allontanava all'orizzonte, gli divennero gli occhi lucidi e si mise a piangere.
Sapeva già che i suoi figli avrebbero avuto un'adolescenza difficile, che sua moglie sarebbe dovuta andare a lavorare e che lui stesso avrebbe subito l'ironia degli amici, per aver dilapidato tutto il patrimonio di famiglia in un solo mese.
Mai sentimento premonitore per quanto fu azzeccato.
Gli inservienti accidentalmente rovesciarono una damigiana di olio giù per le scale del palazzo, e la Nonna esclamò, questo è il segno del destino, l'ultimo veliero è andato a picco.
Da li a poco arrivò la notizia che l'ultimo veliero era andato disperso.
Dovettero vendere il palazzo, licenziare tutto il personale ed andarono a vivere in una casa in affitto con i loro due figli.
Alla fine della breve storia, mi sono fermato a riflettere.
Per fortuna oggi i velieri di una volta che sono le bisarche di oggi viaggiano assicurate.
Si ma cosa succede se la bisarca carica con le tue auto, come è successo a me, passa sotto dove non dovrebbe passare e taglia il tetto di 4 vetture km0 che aspettavi?
Come si dice qui da noi si piange con un occhio solo, perchè l'assicurazione prima o poi risarcisce, ma la via crucis che si apre davanti ai tuoi occhi è veramente imprevedibile.
La procedura è veramente lunga, si apre un sinistro, viene nominato un perito che deve accertare i danni e per fartela breve per vedere i primi soldi devi aspettare almeno sei mesi.
Certo arriveranno, ma nel frattempo in quei sei mesi cosa farai?
Magari avevi liquidato pure i finanziamenti per comprare quelle auto e adesso non sai più dove prendere i soldi.
I veri problemi che potresti avere sono questi:
- la banca avviserà i tuoi clienti della liquidazione dei loro finanziamenti e loro ti chiameranno per avere spiegazioni, alcuni di loro infuriati ti chiederanno la risoluzione del contratto e tu dovrai anticipare
- Il tuo fido urlerà vendetta, sarai bloccato e non potrai fare più nessun altro movimento.
- Ogni giorno sarà un inferno perchè ti troverai a fronteggiare i clienti inferociti, mentre stai cercando di vendere qualcosa che ti è rimasto dentro.
Riepilogando
- Hai dato i soldi dei tuoi clienti, direttamente nelle mani delle multinazionali che ti controllano.
- Questo lotto viene sempre affidato ad un bisarchista che non conosci che ha in mano le sorti del tuo portafoglio e della tua azienda.
- La tua azienda a prescindere dalle dimensioni che ha, dipende in tutto dall'operato di quelle persone.
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